- Aggiornato il 6 Luglio 2020
- Scritto da:
- Alessandro Cettul
- Fabrizia Ghione
- INDICE
- 1 COS’È E A COSA SERVE L’INFIAMMAZIONE?
- 2 INFIAMMAZIONE CRONICA DI BASSO GRADO O INFLAMMAGING
- 3 INFIAMMAZIONE CRONICA: ORIGINE
- 4 INFIAMMAZIONE CRONICA: PROCESSI DI RIPARAZIONE
- 5 INFIAMMAZIONE ACUTA E INFIAMMAZIONE CRONICA
- 6 INFIAMMAZIONE CRONICA E BPCO
- 7 INFIAMMAZIONE CRONICA E OBESITÀ
- 8 INFIAMMAZIONE CRONICA E TUMORE
COS’È E A COSA SERVE L’INFIAMMAZIONE?
L’infiammazione o flogosi è una risposta dell’organismo a quello che riconosce come un danno, per esempio un’infezione.
A scatenarla possono essere infatti molti fattori patologici.
I meccanismi attivati dall’infiammazione tendono a neutralizzare il danno e a riparare la funzione e la struttura dei tessuti danneggiati.
Con gli altri aspetti della risposta omeostatica (proliferazione, stress, immunità) l’infiammazione condivide molecole (mediatori) e cellule (leucociti).
Lo scopo ultimo dell’infiammazione, quindi, è sempre riportare i tessuti in uno stato di normalità.
Fattori scatenanti la risposta infiammatoria acuta:
- Calore, radiazioni (agenti fisici)
- Veleni, tossici, solventi (agenti chimici)
- Batteri, virus, altri parassiti e loro prodotti biologici
Fattori scatenanti la risposta infiammatoria cronica:
- Alimentazione, carenza di sonno, sedentarietà eccessiva, fumo, alcol (stile di vita)
- Malattie cardiovascolari, diabete, obesità, demenza, fibromialgia o la presenza di un tumore (condizioni di salute particolari)
INFIAMMAZIONE CRONICA DI BASSO GRADO O INFLAMMAGING
È considerata uno dei principali fattori responsabili di fragilità e dell’aggravamento di patologie e dei decessi associati all’invecchiamento.
Il fenomeno scatena o compromette diverse malattie, indipendentemente dall’insorgenza di eventuali infezioni.
Le infiammazioni croniche, quando durano a lungo risultano dannose e contribuiscono alla comparsa di diverse patologie, come i tumori.
La colite, per esempio, è associata al tumore del colon, la gastrite a quello dello stomaco, e diverse sostanze come il fumo fanno aumentare il rischio di cancro.
L’aumento della vita media mette il sistema immunitario nelle condizioni di dover affrontare situazioni dannose per un tempo molto più lungo rispetto al passato.
Di conseguenza lo stato infiammatorio aumenta sensibilmente, e per vivere più a lungo ed in condizioni di salute migliori, contrastare questo fenomeno può essere fondamentale.
INFIAMMAZIONE CRONICA: ORIGINE
Può comparire in conseguenza di un’infiammazione acuta irrisolta o come tale ab initio per l’impossibilità di eliminare l’agente lesivo o per un difetto nel processo riparatorio.
Per esempio, un focolaio di flogosi batterica nel polmone iniziata come infiammazione acuta, nel caso non si risolva può dar luogo ad una grave distruzione parenchimale, con formazione di una cavità nella quale il processo infiammatorio resta attivo, sino ad evolvere in ascesso polmonare cronico.
La flogosi tale ab initio (cioè che inizia come tale) può aver luogo da un’infiammazione causata da microrganismi intracellulari (come il myco bacteryum della tubercolosis o il Treponema Pallidum dell sifilide) oppure per un prolungato contatto con materiali non degradabili come avviene per la silice inalata o per la presenza di grossolani corpi estranei (ad esempio una scheggia o un punto di sutura).
In questo caso prende il nome di flogosi cronica da corpo estraneo.
Un terzo esempio di insorgenza di infiammazione cronica iniziata come tale è legato alla presenza di malattie autoimmuni, dove degli antigeni propri evocano un’eccessiva reazione immunitaria che si auto perpetua come succede per esempio nell’artrite reumatoide.
INFIAMMAZIONE CRONICA: PROCESSI DI RIPARAZIONE
L’infiammazione cronica è l’effetto di un danno lesivo persistente, che dura settimane o anche mesi e che comporta un’infiltrazione di elementi mononucleati o una proliferazione di fibroblasti e convive sempre con i processi riparativi.
Le cellule che intervengono sono soprattutto macrofagi, linfociti e plasmacellule, si ha una modificazione dei tessuti con la mutazione di antigeni propri e la comparsa di antigeni estranei.
Quindi reazione infiammatoria cronica e immunitaria sono spesso due facce della stessa medaglia.
Generalmente, oltre a individuare le cause dell’infiammazione, questa viene curata con farmaci, pomate o antinfiammatori naturali.
INFIAMMAZIONE ACUTA E INFIAMMAZIONE CRONICA
Non essendoci una distinzione netta tra i due tipi di flogosi, si stabilisce d’arbitrio che un’infiammazione è cronica quando dura oltre le 4 o 6 settimane.
Si deve anche tener conto della morfologia della lesione.
Una patologia che prevede la compresenza di un’infiammazione cronica associata alla permanenza di un’infiammazione acuta è l’ulcera peptica (duodenale o gastrica).
Le ulcere peptiche possono durare per anni: la loro base è in genere coperta da un materiale essudatizio, composto di fibrina e invaso da neutrofili al disotto di questo strato si trovano grandi quantità di linfociti e macrofagi, e qualche plasmacellula ancora più in profondità si apprezza una densa fibrosi, che è il segno della cronicità dell’ulcera.
INFIAMMAZIONE CRONICA E BPCO
La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una patologia cronica che tende a diffondersi sempre di più.
Nel mondo rappresenta la terza causa di morte ed è fortemente associata alle malattie cardiovascolari.
Da un lato questo viene spiegato dal fatto che in gran parte i fattori di rischio sono gli stessi (primo fra tutti il fumo), ma secondo recenti ricerche va accreditandosi l’ipotesi che la BPCO inneschi uno stato di infiammazione sistemica cronica e che sia questa che a sua volta ingeneri un aumento di rischio nella malattia cardiovascolare che subentra in questo tipo di pazienti.
INFIAMMAZIONE CRONICA E OBESITÀ
Ogni anno nel mondo 3,4 milioni di persone muoiono a causa dell’obesità.
In Italia quasi un italiano su due è in sovrappeso.
Si tratta di una patologia che riguarda il 36% della popolazione tra i 5 ed i 19 anni.
L’obesità è promotrice di una reazione infiammatoria cronica di basso grado che provoca l’aggravarsi delle malattie cardiovascolari e avvia lo sviluppo dell’aterosclerosi.
Il tessuto adiposo produce e rilascia citochine infiammatorie implicate in meccanismi aterotrombotici e nella metabolizzazione di grassi e zuccheri.
Una condizione personale che riguarda il sistema renina-angiotensina supporta l’ipertensione associata all’obesità.
Il paziente obeso presenta nel sangue concentrazioni elevate di markers infiammatori, correlati con l’insulinoresistenza, che si abbassano in seguito alla riduzione del peso e all’esercizio fisico.
L’obesità è di per sé un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Anche nei bambini obesi (liberi da altre condizioni patologiche) è stato rilevato un indice alterato di infiammazione cronica di basso grado, dato che conferma l’associazione dell’obesità e dell’inflammaging.
INFIAMMAZIONE CRONICA E TUMORE
Sono sempre maggiori le evidenze che collegano l’insorgenza di un tumore associata alla presenza di un’infiammazione cronica.
I fattori infiammatori rilasciati durante la flogosi cronica favoriscono la proliferazione delle cellule tumorali e la diffusione delle metastasi, così come fattori di crescita ed ormoni favoriscono la progressione della malattia.
Numerosi studi hanno dimostrato come le principali citochine rilasciate durante l’infiammazione cronica, come il TNF-alfa e l’interleuchina 6 favoriscono il replicarsi delle cellule tumorali, la loro sopravvivenza, per mezzo di un meccanismo di inibizione della loro apoptosi e, di conseguenza, una più rapida insorgenza delle metastasi.
Recentemente è stato dimostrato che le condizioni di infiammazione cronica possono ridurre l’attività della proteina p53, uno dei più noti oncosoppressori, che garantisce gli equilibri tra sopravvivenza e morte cellulare proprio in virtù della sua azione mirata a mantenere l’integrità del DNA.
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