COSA SONO I NEUROTRASMETTITORI?

neurotrasmettitori principali

I neurotrasmettitori sono dei messaggeri fisiologici che permettono il passaggio degli impulsi nervosi tra zone anatomicamente separate tra loro e messe in relazione da sinapsi, fibre nervose, da nervi, e da fibre muscolari presenti nelle placche motrici.

Gli impulsi trasmessi sono di due tipi:

  • Eccitatorio
  • Inibitorio

I neurotrasmettitori sono sostanze che vengono rilasciate dai neuroni a livello delle sinapsi e compiono la propria funzione su un altro neurone o su un organo effettore.

Prodotti nella cellula nervosa, si trovano a livello della terminazione sinaptica, vengono rilasciati in una quantità necessaria a espletare la loro azione su un neurone postsinaptico.

C’è quindi una cellula presinaptica che li produce, vengono immessi in uno spazio che la separa da una cellula postsinaptica.

Una volta che il messaggio è stato trasmesso, si staccano dalla membrana della cellula ricevente e vengono riassorbiti o distrutti dalla cellula presinaptica.

Questi mediatori chimici sono prodotti a partire da aminoacidi presenti nella cellula trasmittente; per mezzo del reticolo endoplasmatico e dell’apparato del Golgi vengono immagazzinati nelle vescicole del citosol della cellula.

All’arrivo dell’impulso nervoso le membrana delle vescicole e della cellula ricevente si fondono ed i neurotrasmettitori vengono rilasciati nello spazio sinaptico.

Posti sulla membrana della cellula ricevente ci sono dei canali ionici, che sono dei recettori specifici responsabili della captazione dei neurotrasmettitori.

Questi con un’interazione canale/recettore scatenano nel neurone ricevente una risposta inibitoria o eccitatoria.

L’informazione chimica immessa nella fessura sinaptica viene trasdotto in un segnale elettrico e, terminata la propria funzione i neurotrasmettitori vengono rimossi dai recettori secondo un meccanismo denominato ricaptazione (reuptake).

Se ciò non avviene l’azione eccitatoria o inibitoria sulla cellula ricevente potrebbe essere protratta.

 

NEUROTRASMETTITORI PRINCIPALI: ELENCO E CLASSIFICAZIONE

A seconda della reazione ingenerata i neurotrasmettitori possono essere:

  • Eccitatori: promuovendo la generazione di un impulso nervoso
  • Inibitori o soppressori: promuovendo l’inibizione di un impulso nervoso

In base alle dimensioni i neurotrasmettitori si dividono in:

  • Neuropeptidi (da 3 a 36 aminoacidi)
  • Basso peso molecolare (aminoacidi singoli)

Appartengono a questo secondo gruppo il Gaba ed il Glutammato (che sono aminoacidi singoli) ed alcuni neurotrasmettitori come l’acetilcolina, l’istamina e la serotonina.

Le due categorie si distinguono sia per tipologia di sintesi che di immissione nello spazio sinaptico.

Secondo studi recenti anche certi probiotici, chiamati psicobiotici, possono modulare l’equilibrio regionale di eccitazione-inibizione.

In base alla rapidità di trasmissione dell’impulso i neurotrasmettitori si dividono in:

  • Basso peso molecolare ad azione rapida
  • Neuropeptidi ad azione lenta

La maggior parte delle reazioni del sistema nervoso appartiene al primo gruppo ad azione rapida come gli impulsi sensoriali o il controllo del sistema muscolo scheletrico.

Ne fanno parte oltre a quelle già citate anche dopamina, adrenalina e noradrenalina che sono amine biogene.

Il secondo gruppo è costituito da neuropeptidi responsabili di azioni più prolungate nel tempo come la chiusura o apertura dei canali ionici.

Tra questi vi sono gli ormoni neuroipofisari, le tachinine, gli oppioidi, le somatostatine, l’insulina, le gastrine, le secretine.

 

NEUROTRASMETTITORI ECCITATORI

Il glutammato è il più importante neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale, coinvolge da solo il 90% delle sinapsi eccitatorie.

È coinvolto nei processi mnemonici e di apprendimento.

L’acetilcolina è il neurotrasmettitore rilasciato nelle giunzioni neuromuscolari, influenza anche il sistema nervoso autonomo dove però può esercitare anche un’azione inibitoria.

L’ epinefrina e la norepinefrina (o noradrenalina) agiscono promuovendo a livello cerebrale l’eccitazione, la vigilanza, la concentrazione e la memoria.

L’epinefrina a livello cardiaco promuove l’afflusso di sangue ai muscoli dell’apparato muscolo-scheletrico e la dilatazione delle pupille.

L’istamina ha quattro recettori, tre dei quali sono nel cervello.

Due hanno effetto eccitatorio e presiedono il risveglio, la percezione dell’apprendimento e del dolore.

Il terzo ha azione inibitoria e agisce con feedback negativo sul rilascio degli altri neurotrasmettitori come dell’istamina stessa.

 

NEUROTRASMETTITORI INIBITORI

Il Gaba è il principale neurotrasmettitore inibitorio, viene infatti coinvolto nel quasi il 90% delle sinapsi inibitorie.

È il più importante bersaglio dei farmaci sedativi e tranquillanti.

La serotonina è concentrato soprattutto a livello intestinale, il suo effetto inibitorio si esplica nella regolazione del senso di fame, il sonno, la temperatura corporea, talune funzioni del sistema endocrino come del sistema cardiovascolare.

Il suo ruolo nella depressione spiega il perché i farmaci antidepressivi sono in gran parte inibitori selettivi del reuptake della serotonina.

La dopamina appartiene alla famiglia delle catecolamine e presiede alla regolazione del movimento.

La sua deplezione è correlata al morbo di Parkinson.

Riduce la produzione dell’insulina e promuove la secrezione di prolattina.

 

NEUROTRASMETTITORI E DEPRESSIONE

Ogni essere umano è dotato di un bagaglio di energia psichica che commuta in impulso vitale e che dà la spinta alla realizzazione delle proprie aspirazioni.

Questa capacità è personale e non è illimitata.

Un soggetto dotato di un buon equilibrio psico-energetico possiede appropriati livelli di fattore neurotrofico cerebrale (BDNF) e crea connessioni tra i neuroni continuamente.

Sono circuiti di informazioni che si creano e si rompono senza interruzione.

In questo flusso di segnali elettrici emergono emozioni, nascono le idee, si formulano i pensieri.

Quando il cervello funziona al di sotto di certi standard di adeguatezza, i sintomi denotano una compromissione funzionale di una certa rilevanza, nella vita sociale, personale, di relazione, e si creano le condizioni che comporteranno la condizione depressiva.

La depressione è un disturbo mentale provocato da un complesso multifattoriale di interazione genetiche e ambientali, di cultura, come di educazione.

Se una persona viene esposta per un periodo di tempo protratto in una condizione di stress che comporta un’elevata spesa energetica si ingenera una spirale che trascina verso l’isolamento e innesca una condizione depressiva: interviene una sensazione di intorpidimento, le attività fisiche appaiono ardue, il sonno diventa difficile, il dolore viene percepito con maggiore intensità, diminuisce la concentrazione e niente riesce ad alleviare un senso di preoccupazione, ansia e solitudine.

Tutti aspetti controllati dai neurotrasmettitori che svolgono una vasta gamma di funzioni.

Quando queste funzioni vengono alterate o compromesse possono comparire i sintomi della depressione.

Tra queste funzioni ricordiamo:

  • Determinazione e umore regolate dalla serotonina
  • La noradrenalina aumenta la concentrazione e la capacità di reagire in condizioni di tensione
  • La dopamina è responsabile delle sensazioni piacevoli
  • L’ossitocina intensifica la percezione dei sentimenti e riduce la sensazione ansiosa
  • Il GABA aumenta la sensazione di rilassamento
  • La melatonina agisce sulla qualità del sonno, migliorandola
  • Le endorfine sono considerate degli “oppiacei endogeni”, che aumentano la sensazione di felicità e abbassano l’ansia
  • Gli endocannabinoidi aumentano l’appetito e favoriscono i sentimenti positivi

Purtroppo non è sufficiente compensare i bassi livelli si serotonina o di dopamina o di noradrenalina per avere un completo recupero della depressione, ma piccoli e positivi cambiamenti nella quotidianità possono modificare l’attività dei neurotrasmettitori, influire sull’attività elettrica cerebrale e sulla capacità di produrre nuovi neuroni.

Tuttavia è sempre possibile provare qualche integratore, considerati stabilizzatori dell’umore.

Ad ogni modo, oggi gli studi si orientano sulla medicina di precisione.

È stato elaborato un test che ricerca la presenza nel sangue di una ventina di molecole, la cui concentrazione è determinante per fare una diagnosi di patologie dello spettro depressivo, come la sindrome post-traumatica da stress o la depressione post parto.

La presenza ematica o l’assenza di biomarker associati alla patologia permetterà di prescrivere una terapia farmacologica “ad personam”.

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